Si è riunito questa mattina a Roma il Comitato Esecutivo della Associazione Europea delle Banche Cooperative (EACB). L’evento, secondo una consuetudine di rotazione che vede ogni sei anni tali riunioni coordinate dalle associazioni nazionali, è stato organizzato congiuntamente da Federcasse, la Federazione Nazionale delle Banche di Credito Cooperativo e Casse Rurali (BCC) e dalla Associazione Nazionale delle Banche Popolari. La riunione, introdotta dai Presidenti di Federcasse e della AssoPopolari Alessandro Azzi ed Emilio Zanetti, si è focalizzata sullo stato delle riforme del sistema bancario continentale, in previsione dell’avvio della Banking Union, e sull’impatto che queste avranno sul sistema bancario cooperativo, anche in vista dell’imminente avvio del semestre di Presidenza italiano dell’Unione. In particolare, l’EACB intende riaffermare – in questa fase di profonda transizione – che in termini normativi “uguale trattamento” non significa uniformità di regole, ma un approccio che non discrimini il settore cooperativo e riconosca le sue caratteristiche distintive. Primi risultati positivi, in questo senso, le indicazioni contenute nelle prime due Direttive sugli schemi di protezione dei depositi (DGS) e sulla gestione delle crisi bancarie (BRR) pubblicate il 12 giugno scorso sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea, laddove si chiede ai legislatori nazionali, nel recepire le nuove norme, di applicare il principio di proporzionalità con specifico riferimento ad alcuni profili dei sistemi bancari nazionali o segmenti di essi. A questo riguardo, esplicita sottolineatura è data al profilo della forma giuridica, della dimensione o rilevanza sistemica, del modello di business, della presenza di reti e sistemi mutualistici per la protezione e la garanzia a favore di soci e clienti. Nel corso della riunione, il Comitato Esecutivo, chiamato a rinnovare i vertici dell’Associazione, ha confermato nella carica di Presidente per il prossimo biennio Christian Talgorn, membro del Comitato esecutivo della Federation Nationale Crédit Agricole (Francia). Confermato anche il vice presidente Gehrard Hofmann (membro del board delle Volksbanken e Raiffeisenkassen (Gemania) mentre secondo vice presidente è stato eletto Andrea Moltrasio (Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Ubi Banca). Completa il nuovo board dell’Associazione Rainer Borns, Presidente di Österreichische Volksbank (Austria). Subito dopo l’elezione, il Presidente Talgorn ha commentato: “Ringrazio i membri del Comitato Esecutivo per la fiducia che mi è stata accordata. E’ un onore per me proseguire nel lavoro comune che abbiamo intrapreso. Le 3.700 banche cooperative in Europa finanziano un terzo delle piccole imprese e vogliono continuare a sostenere lo sviluppo delle comunità locali. La nuova cornice regolamentare non deve, per questo, metterle in una condizione di svantaggio”. La riunione dell’EACB è stata anche occasione per ricordare come una serie di studi ed analisi rigorosamente indipendenti abbiano certificato la particolare “resilienza” delle banche cooperative dallo scoppio della crisi. Su tutti, il recente paper pubblicato da Oliver Wyman (marzo 2014) dal titolo “Cooperative Banking. Leveraging the cooperative difference to adapt to a new environment” (fare leva sulla differenza cooperative per adattarsi ad un nuovo ambiente). Lo studio, consultabile e scaricabile all’indirizzo internet dell’EACB: http://www.eacb.coop/en/news/oliver_wyman_cooperative_banks _new_study_cooperative_difference_banking.html?BackP=1 evidenzia in particolare come “molte banche cooperative – dallo scoppio della crisi – abbiano intensificato il loro ruolo propulsivo nelle comunità locali, continuando a concedere prestiti ai soci ed alle imprese, mentre alcune banche commerciali sono state inclini a ritirarsi dai mercati depressi per ridurre la leva finanziaria oppure per allocare altrove le proprie risorse”. Tutto questo, sottolinea lo studio, grazie al modello bancario adottato, che rafforza il legame con soci e clienti ed ha come obiettivo il reinvestimento sul territorio del risparmio che da quello stesso territorio ha origine. Ciò non toglie, conclude lo studio, che le banche cooperative non corrano determinati rischi (perdita di identità locale causa crescite dimensionali, ripensamento dei canali di contatto con la clientela e capacità di accedere alle nuove tecnologie, rischi derivanti dalla normativa sovranazionale in via di definizione), ma questi potranno essere gestiti e superati proprio grazie alla riaffermazione, su basi nuove, del proprio modello di banca capace di generare valore sociale ed economico. Partecipano oggi all’EACB (che ha sede a Bruxelles) 29 sistemi bancari cooperativi europei (con oltre 56 milioni di soci ed 850 mila collaboratori), accomunati dall’obiettivo di rappresentare nelle sedi istituzionali l’essenza, la specificità e il ruolo della cooperazione di credito, che gioca un ruolo insostituibile all’interno del sistema economico. In particolare, operano nel nostro continente 4.000 banche cooperative con oltre 71 mila sportelli al servizio di 215 milioni di clienti, soprattutto comunità locali e piccole e medie imprese (con un quota di mercato superiore al 20 per cento). Più in generale, a testimonianza della loro “resilienza”, dal 2008 al 2012, le banche cooperative in Europa certificano un aumento del numero di soci (+ 4,5%), dei clienti (+ 5%), degli impieghi (+ 25%) e della raccolta (+ 28%). In Italia invece la quota di mercato dell’intermediazione creditizia delle BCC e Banche Popolari è superiore al 30%, mentre sul territorio la quota degli sportelli supera ampiamente il 40%.