(AGI) – Roma, 9 feb. – di Giuseppe De Lucia Lumeno*
Il 1876 è un anno particolarmente importante per l’editoria e il sistema bancario italiano. In quell’anno infatti nascono sia il Corriere della Sera che l’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari.
Il rapporto molto stretto tra i due eventi non è significato solo dall’uguale data di nascita, ma è denso di contenuti specialmente umani. In particolare è di tutta evidenza l’importanza della formazione sia giornalistica che economica di personaggi come Luigi Albertini, Luigi Einaudi, Ettore Levi, Bonaldo Stringher, che formatisi sulla Rivista dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari “Credito e Cooperazione” continueranno poi la loro esistenza di giornalisti ed economisti proprio al Corriere della Sera.
Luigi Albertini in particolare prima di diventare il mitico Direttore del quotidiano milanese era stato per tanti anni responsabile di “Credito e Cooperazione”, rivista voluta da Luzzatti che, come egli stesso scriverà, aveva l’intento di “dare al credito popolare italiano una guida tecnica che lo sorregga nell’ardua via e gli additi di continuo che gli alti ideali della cooperazione da soli possono condurlo a splendida meta”. A concretizzare i desideri di Luigi Luzzatti, come dianzi ricordato, verrà chiamato il giovane Luigi Albertini. Scriveva Albertini: “Il telegramma del prof. Cognetti le avrà detto che io accetto le condizioni fattemi; mi permetto ora di aggiungerle che io le accetto con entusiasmo, con animo commosso e grato, con la fede sicura che l’opera mia, per quanto modesta, potrà pienamente rispondere ai suoi desideri. Almeno io mi adopererò ultra vires per dimostrarle tutta la mia riconoscenza e quanto io sia sensibile dell’onore che mi ha fatto chiamandomi presso di lei”. Con queste parole indirizzate a Luigi Luzzatti, presidente dell’Associazione Nazionale fra le Banche Popolari, Luigi Albertini si rendeva disponibile ad assumere la responsabilità’ di Credito e Cooperazione. Quando scrive è appena tornato da Londra, dove per conto della Gazzetta Piemontese (poi diventata La Stampa) ha studiato l’economia inglese e soprattutto il Times, considerato in quel momento un modello di informazione. Nell’estate del 1895, dopo otto mesi di soggiorno londinese, Albertini era rientrato in Italia e assumeva la direzione del quindicinale Credito e Cooperazione, organo dell’Associazione fra le Banche Popolari. L’editoriale di esordio aveva un titolo semplice (“Ai nostri lettori”) ma contenuti concreti. Nella prima parte ringrazia “i cooperatori italiani e forestieri, che ci assecondano in questa ardua impresa di aiutare le classi lavoratrici tenendole ugualmente lontane dalla reazione e dal socialismo rivoluzionario”. Poi definisce i concetti cardine della cooperazione: “Per noi la cooperazione è un metodo economico contrapposto al capitalismo e idoneo a preparare nella produzione e nella distribuzione della ricchezza nuove esplicazioni vantaggiose a coloro che lavorano e soffrono. Ma ciò si deve ottenere e si otterrà senza violare la libertà’ individuale, senza offendere la proprietà’ privata, per spontaneità’ di processo organico ed evolutivo. Imperocchè , non giova dimenticarlo, il giorno in cui alla cooperazione fosse tolto ogni elemento di idealità’ degenererebbe in un affare ordinario e con la sua virtu’ perderebbe la ragione d’essere”. Fino all’arrivo di Albertini la rivista era stata soprattutto un notiziario delle banche popolari: informazioni legislative, massimari giudiziari, pochi articoli originali. Per vivacizzare il tono chiamò a collaborare gli amici del “cenacolo” torinese. Ettore Levi, Luigi Rodino, Gaetano Schiratti. Pensò subito a Luigi Einaudi, scrivendogli fin dal 7 febbraio 1896 per invitarlo a una collaborazione. Il 1° marzo uscì il primo articolo sulle “Società cooperative di lavoro per braccianti, muratori e affini in Italia”, cui seguirono altri nel corso dell’anno e in quello successivo. Durante la sua direzione Albertini trattò tutti i temi della cooperazione, non solo le banche. Un interesse costante dimostrò per quanto stava succedendo nel settore cooperativo in Europa. Tuttavia stava già cercando una sistemazione più prestigiosa. Ne mise a conoscenza Einaudi, che il 2 maggio informava Cognetti: “Di quello che le dirà in seguito Albertini la prega di non far cenno ad alcuno prima della sua partenza. Egli ha ricevuto l’incarico dal Torelli-Viollier di andare a Mosca prima e a Budapest poi per conto del Corriere della Sera. La sua assenza durerà un mese e mezzo circa. L’on. Luzzatti però, per la sua malattia, desidera non rimanere senza un aiuto e, dietro proposta di Albertini, ha detto a me di sostituirlo per il tempo della sua assenza”. Il progetto non ebbe seguito, perché Albertini – che nel maggio 1896 con un servizio sull’incoronazione dello zar Nicola II inaugurava la collaborazione Corriere – rimase comunque direttore di Credito e Cooperazione fino a tutto il 1899. Nell’ultimo numero di quell’anno – Albertini nel frattempo era diventato segretario di redazione del giornale milanese – una nota avvertiva che “col 1° gennaio il presidente dell’Associazione fra le Banche Popolari, Luigi Luzzatti, assume la direzione di questo giornale tecnico”.
* Segretario Generale Associazione Nazionale fra le Banche Popolari