Palazzo Cenci Bolognetti al Gesu’
L’ 11 dicembre 1563 il Camerlengo, Ascanio Sforza, concede al “dottore in medicina”, Alessandro Petroni, l’acquisto di “due case calcaria e terreno in via Capitolina”. Sono questi i primi passi della storia di Palazzo Petroni, poi Cenci Bolognetti, a Roma. Una storia strettamente legata a quella dell’intera zona centrale della città e soprattutto della piazza dove ha sede anche la Chiesa madre dell’ordine dei Gesuiti da cui, appunto, “Piazza del Gesù”. L’aspetto attuale del palazzo è frutto dei lavori realizzati tra il 1734 ed il 1737 con trasformazioni, ampliamenti e soprattutto con la realizzazione della facciata autorizzata al conte Alessandro Petroni, omonimo del suo avo, alla morte del quale, nel 1771, il palazzo viene assegnato alla figlia maggiore Maria Isabella sposata a Girolamo Cenci. Farà parte del patrimonio dei Cenci Bolognetti fino al 1955 quando, alla morte della principessa Beatrice Fiorenza, ultima erede della famiglia Cenci Bolognetti, con disposizione testamentaria, diventerà di proprietà dell’Università degli Studi di Roma, la Sapienza, per la costituzione dell’Istituto Pasteur.
L’edificio, in origine, era su due livelli con botteghe e mezzanini al piano terra e gli appartamenti al primo piano. Nel XVIII secolo il conte Alessandro Petroni iniziò l’ultima fase di trasformazione finalizzata alla realizzazione di un palazzo all’altezza del nome e della posizione sociale della famiglia, affidando all’architetto Ferdinando Fuga la progettazione del nuovo palazzo con una nuova facciata che avesse il compito di dare nuova unitarietà e visibilità al complesso. Il programma di valorizzazione e ammodernamento delle proprietà dei Petroni, che entrarono a far parte dell’alta aristocrazia romana con il matrimonio di Alessandro Petroni con la marchesa Giulia Massimi, interessò anche gli ambienti interni, la loro decorazione, i loro cicli di affreschi.
A causa di ristrettezze economiche sopraggiunte, bisogna però attendere la seconda metà del XIX secolo per un nuovo periodo di restauro e del palazzo grazie al principe Virginio Cenci Bolognetti. L’aspetto attuale del complesso è, infine, frutto di alcuni interventi di restauro attuati alla fine del secolo scorso e di più recenti ed estesi restauri realizzati tra il 2002 e il 2007 e ricordati da una delle due targhe affisse nell’atrio del palazzo. L’altra, affissa nel 1964, ricorda Alcide De Gasperi, che, proprio, “in questo palazzo con limpida fede e perspicua intuizione ispirò e guidò la Democrazia Cristiana di essa facendo la forza determinante della rinascita democratica italiana”.