Come 140 anni fa: “indipendenti sempre, isolate mai”
Ci siamo! Un anno di grande interesse per la nostra Associazione è iniziato. Avevamo preannunciato il 2016 come un anno importante così come, in realtà, si sta profilando. E’ questo, infatti, per noi, l’anno del 140° anniversario della nascita dell’Associazione fra le Banche Popolari, ma è anche l’anno nel quale prevediamo, come ci confermano i dati dei primi mesi, il rafforzamento del sistema del credito popolare, un rafforzamento che speriamo coincida con l’uscita dal lungo tunnel della crisi economica iniziata nel 2008. E’, infine, l’anno che ci vedrà impegnati nel consolidamento e nell’allargamento dei nostri antichi rapporti internazionali.
“Stringere i diversi sodalizi di credito popolare in un consorzio, il quale miri al loro reciproco perfezionamento e vegli alla tutela dei comuni interessi”. Con questa priorità, Luigi Luzzatti, insieme a sette presidenti di banche popolari italiane firma la circolare con la quale, il 10 agosto 1876, a Milano, nasce la prima associazione nazionale italiana di imprese privata. Le imprese sono ventidue e, fatto ancor più straordinario per l’epoca, sono banche, aderiscono, da subito, all’Associazione fra le Banche Popolari. Già ad aprile di quel 1876, avevano dato vita al comitato promotore guidato proprio da Luigi Luzzatti, presidente onorario in numerosi istituti, statista, giurista ed economista protagonista della vita istituzionale e culturale dell’Italia post-risorgimentale che è unanimemente considerato il principale artefice della nascita dell’Associazione, la sua anima, il suo cervello. Le Banche Popolari di Arona, Bergamo, Bologna, Brescia, Cesena, Faenza, Intra, Lodi, Milano, Modena, Motta di Livenza, Oderzo, Padova, Palazzolo sull’Oglio, Piacenza, Pieve di Soligo, Reggio Emilia, Soncino, Venezia e Verona e poi la Società di Mutuo Credito Popolare Cremona e la Banca Commerciale ed Industriale di Svignano, sono le ventidue banche fondatrici. Le prime Banche Popolari, nate a partire dal 1864 nel nord d’Italia, la zona più ricca e sviluppata del Paese, ebbero una rapida diffusione arrivando a superare il numero di 100 nel 1872 e di 200 nel 1882, per diffondersi, poi, anche in altre regioni del Paese, fino ad essere, all’inizio del Novecento, quasi 700. Banche cooperative, rivolte ai bisogni del commercio e dell’industria minore e locale, ma anche delle famiglie e guidate dai principi di cooperazione, localismo, solidarietà e sussidiarietà, diventano, in pochi anni, banche di entità medie e, in alcuni casi, decisamente ragguardevoli. Il movimento cooperativo italiano, strutturato sul sistema già operativo in Germania e Francia, si era trovato a dover supplire all’assenza di altre istituzioni e di un vero e proprio sistema bancario. Le accresciute e diversificate dimensioni qualitative e quantitative, poi, avevano fatto sentire alle Banche Popolari l’esigenza di un luogo di aggregazione e di confronto. Nasce così l’Associazione, con uno Statuto che rende evidente la sua ragion d’essere fin d’articolo 1: «raccogliere e pubblicare dati statistici diretti a far meglio note tali istituzioni fra loro e al pubblico… aiutare e promuovere moralmente le fondazioni di nuovi istituti di credito popolare autonomi mutui nelle varie parti d’Italia, tutelare e difendere i legittimi interessi del credito popolare… esaminare e discutere le questioni economiche amministrative e legislative riguardanti l’ordinamento del credito popolare».